“Siamo a Napoli per ringraziarvi personalmente per come state accogliendo L’Ombra di Caravaggio. Napoli è stata provvidenziale per il film facendoci sentire a casa in pieno Covid in un momento delicato. Siamo stati un mese qui abbiamo lavorato benissimo. Grazie” sono le parole di Michele Placido quando incontra il pubblico del cinema Modernissimo durante il tour di promozione de L’Ombra di Caravaggio un film che ha iniziato le sue riprese al Museo di Capodimonte di Napoli nell’autunno 2020 nel clou della Pandemia e che Michele Placido si porta dietro da 54 anni, quando dalla Puglia arriva a Roma per studiare all’Accademia Silvio d’Amico. Un percorso non troppo lontano da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, l’uomo che nel ‘600 ha rivoluzionato la pittura dando un nuovo senso estetico, dandogli una linea che oggi sarebbe definita politica, infatti, secondo Placido, se Caravaggio fosse vissuto oggi: “Avrebbe fatto il foto reporter”.

L’interpretazione che Placido dà a Caravaggio è quello di un artista neorealista ante litteram, ispiratore di quello che secoli dopo sarà la cifra stilistica di Pasolini. Come dice nel film, “Io dipingo la realtà” e in nome di questa realtà cerca e ritrae coloro che erano considerati ultimi: barboni, popolani, prostitute, ladri, vedendoli secondo il suo personale concetto di spiritualità. Placido ha lavorato 4 anni a questo film facendo delle ricerche su un personaggio raccontato attraverso le cronache storiche, spiegando anche le ragioni della sua arte unita alla sua vita sregolata fatta di violenza, fragilità, arroganza, riservando la sua pietà solo ai reietti e alle donne del popolo.

Un cast magistrale

Una mega coproduzione italo francese che unisce un cast internazionale. A vestire i panni di Caravaggio è Riccardo Scamarcio. Lo racconta come una popstar dell’epoca tra genio e sregolatezza. Poi c’è l’Ombra Louis Garrel , un prete integralista che indaga su di lui mentre si trova a Napoli, momento essenziale nella sua arte, in attesa di ricevere la grazia dal Papa per aver ucciso Ranuccio (Brenno Placido figlio dell’attore e regista).

Questo è l’elemento pop che piace al pubblico perché attraverso le indagini dell’Ombra, nemesi di Caravaggio si conoscono i nomi e le vite dei soggetti dei suoi quadri, le donne che incontra e influenza come la sua protettrice e mecenate Costanza Colonna, interpretata dalla divina Isabelle Huppert, e la prostituta d’alto bordo Lena che ha il volto di Micaela Ramazzotti, musa e amante di Caravaggio.

Poi ci sono tanti personaggi interpretati da molti attori napoletani come Gianfranco Gallo che interpreta Giordano Bruno, uno dei momenti più crudi ma rivelatori del film dove si immagina che Caravaggio in una delle sue notti passate in carcere incontra Giordano Bruno la notte prima che viene barbaramente giustiziato.

Una ricostruzione veritiera

L’Ombra di Caravaggio è un film che ricostruisce meticolosamente il ‘600 di Caravaggio, non solo nella scenografia e nei costumi, ma anche nei più piccoli dettagli. Con precisione da docufilm, Michele Placido ha voluto restituire la fatiscenza e la brutalità in quell’epoca dove dai fasti e l’eleganza dei saloni del potere si passa alla sporcizia e alla miseria delle strade, dove anche i costumi più belli sono rattrappiti rammendati e pieni di buchi.

E’ fedele al concetto di reale che ha voluto sempre rappresentare Caravaggio e che oggi premia anche al cinema essendo ai primi posti al box office nei primi quattro giorni di programmazione per poi essere lanciato internazionalmente in numerosi Paesi del mondo.

Video interviste a:

Michele Placido, regista e attore

Gianfranco Gallo, attore

Lea Gavino, attrice

Maurizio Gemma, direttore Film Commission Regione Campania



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